Dopo l’allergia al latte vaccino, l’allergia all’uovo è la forma di allergia alimentare più frequente nel bambino. Studi recenti, stimano la frequenza di questo problema intorno allo 0.5-2.5%. E’ possibile che questa allergia alimentare permanga anche nell’età adulta, in una minoranza di casi.
A provocare la reazione allergica è la sensibilizzazione del sistema immunitario (nel soggetto allergico) ad alcune proteine contenute nelle uova, come ovalbumina, ovomucina, lisozima, ovomucoide e ovotransferrina. Questi 5 allergeni dell’uovo sono anche noti, a livello molecolare, con le sigle da Gal d 1 a Gal d 5 (dove Gal d sta per Gallus domesticus).
Tra le manifestazioni correlate a quest’allergia vi sono la comparsa di dermatiti ed eczemi, la presenza di problemi gastrointestinali, e – nei casi più gravi – anche problemi respiratori e rischio di anafilassi.
Per la diagnosi dell’allergia all’uovo invece è necessario sottoporsi ad un prick test, che consente in molti casi di confermare o smentire il sospetto clinico di allergia all’uovo.
In alcuni casi, per confermare la diagnosi, è invece necessario sottoporsi ad un test di scatenamento (o test di challenge), nel quale piccolissime quantità di alimento vengono somministrate per via orale per valutarne la tollerabilità. Questo test, per ovvii motivi, è effettuabile solo in ambiente protetto, ovvero in ospedale.
Fortunatamente, l’allergia all’uovo – così frequente nel bambino – ha buone probabilità di essere superata con la crescita: si stima che circa 7 bambini allergici all’uovo su 10 supereranno quest’allergia entro il 18 anno di età.
Una volta diagnosticata la patologia il rimedio più efficace, come per tutte le allergie alimentari, consiste nell’evitare l’alimento responsabile della reazione allergica. In questo caso andranno quindi eliminate dalla dieta non soltanto le uova, ma anche tutti quei prodotti che le contengono, come prodotti da forno, biscotti, gelati alle creme, pasta all’uovo, panature e maionese.
Il percorso dietetico/terapeutico prevede l’eliminazione delle uova dalla dieta per poi procedere con una reintroduzione graduale secondo le indicazioni ed i tempi forniti dal pediatra o dall’allergologo. Nei casi in cui invece l’allergia perduri nel tempo può essere presa in considerazione una terapia di desensibilizzazione che prevede la somministrazione della sostanza che scatena l’allergia in dosi crescenti e sempre sotto controllo medico, con lo scopo di desensibilizzare l’organismo, “allenandolo” di fatto a tollerare l’allergene. Molti tentativi – a livello sperimentale – sono attualmente portati avanti da diversi gruppi di ricerca in tutto il mondo, tuttavia questo approccio nell’allergia alimentare (ed in particolare nell’allergia all’uovo) non è ancora standardizzato e validato.
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