L’allergologia molecolare è il nuovo capitolo dell’allergologia che sempre più sta prendendo campo e rivoluzionando la diagnostica e, di conseguenza, anche le scelte terapeutiche. Mentre con i test diagnostici ‘classici’ (ovvero prick test sulla cute o la ricerca delle IgE specifiche su sangue) eravamo soliti lavorare con estratti allergenici (ad esempio graminacee, betulla, acaro della polvere, grano, mela, ecc: ottenuti direttamente dalla sorgente allergenica), con i test molecolari andiamo ad utilizzare le singole molecole (generalmente proteine) che compongono l’allergene stesso. Quindi l’allergene delle graminacee viene “scisso” nelle sue componenti Phl p 1, Phl p 2, Phl p 5, Phl p 7 (dove Phl p sta per Phleum pratense), quello della betulla in Bet v 1, Bet v 2, Bet v 4 (da Betula verrucosa), ecc. Questi singoli allergeni molecolari vengono prodotti per purificazione dalla sorgente allergenica o prodotti in laboratorio con tecnologia ricombinante.
Quali sono i vantaggi? I vantaggi sono in effetti molteplici:
– Per le allergie ai pollini ed alle altre sostanze inalanti, è possibile distinguere in maniera migliore tra una cross-reazione ed una co-sensibilizzazione. Ad esempio, un soggetto che è allergico sia alle graminacee che alla betulla, potrebbe essere allergico a due proteine indipendenti, oppure ad una sola proteina che si trova (in forme del tutto simili) in entrambi i pollini (sia di graminacea che di betulla). Questo comporta notevoli differenze, per esempio, nella scelta di una eventuale immunoterapia specifica (vaccino).
– Per le allergie alimentari, è possibile che due soggetti con positività nei confronti del medesimo alimento, ad esempio la pesca, abbiano dei sintomi e delle manifestazioni completamente differenti a seconda della proteina (sempre appartenente alla pesca) alla quale sono allergici. Per fare un esempio, un soggetto con allergia alla pesca +++ e positività solo per il suo allergene Pru p 4, appartenente alla famiglia delle profiline, generalmente ha sintomi trascurabili oppure assolutamente nessun sintomo. Al contrario un soggetto con la solita allergia all’estratto di pesca +++, ma con sensibilizzazione nei confronti dell’allergene Pru p 3 generalmente presenta sintomi più importanti e potrebbe essere a rischio di shock anafilattico.
In conclusione, la diagnostica allergologica di tipo molecolare si sta affermando come il futuro di questa disciplina. E’ auspicabile che nel prossimo futuro, tutti i soggetti che sono stati valutati con metodiche “classiche” possano essere rivalutati alla luce di queste recenti ed importantissime acquisizioni, riconsiderando – se necessario – il percorso terapeutico già impostato.