Gli allergeni sono antigeni dotati della potere di indurre, in soggetti predisposti, una risposta immunologica prevalentemente caratterizzata dalla produzione di IgE.
Questa proprietà appare non correlata con le caratteristiche chimico-fisiche dell’antigene; essi sono tuttavia (spesso) proteine (in genere di basso peso molecolare: 5-60 kD), glicosilate, resistenti al calore, al pH e agli enzimi proteolitici. Altre volte sono molecole più semplici (come farmaci) che fungono da apteni e si legano a proteine carrier diventando così allergenici.
Possono essere introdotti nell’organismo per via inalatoria, per ingestione o per iniezione parenterale.
Una caratteristica che li accomuna è che non sono in grado di stimolare una risposta immunitaria di tipo innato, che promuoverebbe la secrezione di citochine Th1 (IL-12 e IL-18) da parte dei macrofagi.
Classificazione degli allergeni inalanti:
- Pollini anemofili. Rappresentano gli allergeni inalanti più frequentemente responsabili di manifestazioni allergiche a carico dell’apparato respiratorio, in ogni Paese del Mondo; si ritrovano nell’atmosfera in stagioni ben definite. Sono di natura proteica o glicoproteica e vengono liberati dal granulo pollinico al contatto con la superficie umida e ricca di enzimi delle mucose. I granuli a loro volta contengono enzimi che facilitano la penetrazione degli allergeni attraverso le mucose.
I più importanti sono:
- Graminacee: Lolium perenne. Ubiquitario, si manifesta in Aprile, Maggio e Giugno.
- Composite: Artemisia vulgaris.
- Urticacee: Parietaria judaica. Presente soprattutto nel Centro e nel Sud (dove è quasi perenne); le manifestazioni si hanno soprattutto nel periodo primaverile ed autunnale. Si sta diffondendo anche nelle zone del Nord per gli effetti del cambiamento del clima.
- Ambrosia artimisiifolia e trifida. Importanti negli Stati Uniti.
- Olivo, betulla e cipresso. Rispetto agli allergeni derivati dalle piante, quelli degli alberi inducono meno facilmente sensibilizzazione ed inoltre la loro stagione della pollinazione è molto più corta. Per l’olivo, verso il quale la sensibilizzazione ha registrato una forte crescita (soprattutto al Sud) il mese di massima fioritura è Maggio. Per cipresso e betulla i mesi in cui si hanno manifestazioni sono Febbraio e Marzo.
I pazienti con allergia ai pollini presentano disturbi limitati al periodo della pollinazione, accentuati quando sussistono condizioni che favoriscono maggiormente la pollinazione: temperatura 25-30°C, vento 5-15 Km/h, umidità relativa 60-90%, giornate soleggiate e non piovose.
- Spore fungine. Sono presenti in grande quantità nell’ambiente esterno e vengono trasportate dalle correnti aeree a grande distanza per poi depositarsi al suolo, anche in ambienti chiusi, sviluppandosi e dando origine a molte altre spore. La loro struttura è meno conosciuta rispetto agli allergeni pollinici, così come le stagioni di esposizione alle spore, che possono peraltro presentare notevoli differenze in base all’area geografica. I più importanti sono:
- Aternaria alternata. Più facilmente ritrovabile nell’ambiente esterno, soprattutto in primavera.
- Cladosporium herbarium. Più facilmente ritrovabile nell’ambiente esterno, soprattutto in estate.
- Aspergillus fumigatus, Penicillum niger e Mucor. Si trovano in genere nelle zone più umide delle abitazioni (spugne, vasi da fiori, immondizia, condizionatori).
- Helminthosporium, Epicoccum, Candida, Basidiomiceti, Ascomiceti. Meno importanti.
La sintomatologia allergica dovuta a spore fungine si accentua nei periodi umidi e piovosi.
- Derivati epidermici degli animali. Gli allergeni più importanti derivano dall’epitelio, ma anche dalla saliva e dal siero.
- Gatto. È il più importante in questo gruppo per prevalenza (15-20% degli atopici hanno IgE specifiche per Fel d 1): sia per la diffusione dell’animale che per le piccole dimensioni delle particelle (2.5 mm), quindi molto diffusibili, tanto che si ritrovano anche nelle abitazioni dove non c’è l’animale.
- Cane. È il secondo per importanza.
- Cavallo. Ha allergeni molto potenti, in grado di scatenare quadri clinici gravi.
- Coniglio. Importante negli allevatori.
- Derivati degli acari della polvere domestica. Si calcola che il 45-85% degli asmatici sia sensibilizzato nei confronti degli acari, i quali sono responsabili della gran parte delle malattie allergiche ad andamento subcontinuo o cronico. Gli allergeni sono dati dalla frammentazione dei tegumenti e dalla liberazione di particelle fecali (ricche in guanina: il suo dosaggio è utile per stimare la presenza di acari in un ambiente). La loro crescita è favorita dal clima caldo-umido, per questo i sintomi a loro dovuti hanno un peggioramento nella tarda estate-inizio autunno.
- Dermatophagoides pteronyssinus.
- Dermatophagoides farinae.
- Acari minori.
Tra acari maggiori e minori esiste una reattività crociata, come testimoniato dalla rarità dei casi di sensibilizzazione isolata verso gli acari minori.
- Derivati delle blatte.
- Derivati del latice naturale.