Ogni reazione allergica è un evento potenzialmente pericoloso, quindi da non sottovalutare. Non tutte le reazioni allergiche però hanno lo stesso significato e comportano gli stessi rischi. Nel parlare comune, spesso i termini reazione allergica e shock anafilattico vengono scambiati, causando confusione e fraintendimenti sia per i pazienti che per gli operatori sanitari. Ci possono poi essere altri termini, come anafilassi, che contribuiscono a complicare ulteriormente il quadro.
Questi termini indicano manifestazioni ben differenti e con risvolti ben differenti per il paziente:
Con reazione allergica (o allergia) si intende qualsiasi reazione dovuta all’attivazione del sistema immunitario nei confronti di un allergene (alimento, polline, polvere, veleno di insetto, farmaco o altra sostanza), solitamente questa reazione si esplica attraverso un meccanismo in cui partecipano le immunoglobuine E (IgE) e che ha tempi molto rapidi (secondi o minuti). Si può manifestare, dal punto di vista clinico, in vari modi: rinite, congiuntivite, asma, orticaria o dermatite, prurito al cavo orale (sindrome orale allergica), sintomi gastro-intestinali (nausea, vomito, coliche addominali, diarrea), fino allo shock anafilattico (vedi oltre).
Con il termine anafilassi si intende una reazione allergica grave, con un quadro clinico complesso nel quale solitamente si ha coinvolgimento dell’apparato respiratorio e/o cardio-circolatorio.
Con li termine shock anafilattico si intende una reazione anafilattica che ha comportato un grave coinvolgimento del sistema cardio-circolatorio, con brusca riduzione della pressione arteriosa (shock), ed le conseguenti manifestazioni. Lo shock anafilattico è un quadro clinico molto grave che necessita di un intervento di emergenza rapido ed appropriato. Il farmaco di prima scelta, in queste situazioni, è l’adrenalina.