La terapia dell’asma negli ultimi anni ha fatto passi da gigante, ma questa nuova ricerca italiana – pubblicata su Lancet – segna un ulteriore passo in avanti
L’asma bronchiale – allergico o non allergico – è una malattia temibile, tuttavia quando si ha una tempestiva diagnosi ed un’attenta gestione terapeutica, secondo le attuali linee guida internazionali, i sintomi possono essere tenuti sotto controllo e l’evoluzione della malattia verso forme più gravi può essere prevenuta.
Tuttavia sappiamo che ogni soggetto asmatico fa storia a sé, perché la risposta dei diversi soggetti alla terapia può essere molto differente, ed inoltre solo negli ultimi anni abbiamo iniziato a capire che di asma bronchiale non ne esiste uno solo, ma molti diversi sottotipi (detti “fenotipi”) che hanno in comune tra loro l’elemento fondamentale dell’infiammazione delle vie aeree, ma differiscono per come questa infiammazione si sviluppa.
In particolare, un elemento da tenere in particolare considerazione per valutare l’efficacia della terapia dell’asma, è il numero di riacutizzazioni cui il soggetto va incontro durante l’anno. Per riacutizzazione si intende un peggioramento dei sintomi respiratori, che determina la necessità di potenziare temporaneamente la terapia o addirittura di recarsi in ospedale.
Lo studio in questione, è andato a valutare l’efficacia della terapia con beclometasone/formoterolo per via inalatoria, che è già ampiamente utilizzato come terapia di mantenimento dell’asma (per interdersi, quella che si assume tutte le mattine e tutte le sere), anche come terapia da utilizzare al bisogno in caso di attacco asmatico. Il vantaggio di questa nuova terapia è la praticità (dover utilizzare un unico farmaco sia per il mantenimento che per la cura dell’attacco acuto) ma non solo…
Lo studio, condotto su un elevatissimo numero di pazienti asmatici (oltre 1700, divisi in due gruppi: coloro cui è stato somministrato beclometasone/formoterolo come terapia dell’attacco acuto, e coloro ai quali è stata data la terapia standard con il broncodilatatore salbutamolo al bisogno), ha mostrato dei risultati per certi versi al di sopra delle aspettative. Non solo il nuovo schema con beclometasone/formoterolo è stato ben efficace nel controllo dell’asma e ben tollerato, ma ha portato ad una significativa riduzione delle riacutizzazioni asmatiche rispetto ai soggetti trattati con lo schema “classico”.
Indubbiamente un risultato di grande valore, che contribuirà a migliorare la qualità di vita di tutti i soggetti asmatici.