L’ambrosia è una pianta erbacea che fiorisce nei campi, nelle zone incolte e lungo i sentieri. Questa pianta provoca una delle patologie più comuni in Europa e nel Nord Italia, con sintomi come rinite, oculorinite e, nei casi più importanti, asma bronchiale.
L’ambrosia non è una pianta originaria dell’Europa o dell’Italia ma è stata importata dal Nord America. Nel Nord Italia la diffusione di questa pianta è cominciata nei pressi dell’aeroporto di Malpensa, dove il traffico di merci e persone e al presenza di aree agricole incolte ha creato le condizioni ideali per l’attecchimento dell’ambrosia.
L’allergia all’ambrosia ha la caratteristica di comparire frequentemente anche in età avanzata, non è rara infatti la comparsa di questo tipo di allergia anche in pazienti ultrasessantenni.
Gli allergici all’ambrosia sono generalmente dei polisensibilizzati (sono ciò allergici a diversi tipi di pollini) e molto spesso sono allergici anche a graminacee, acari della polvere e artemisia. Solo una percentuale tra il 4 e l’8% dei pazienti allergici all’ambrosia sono monosensibilizzati (sono cioè allergici soltanto al polline di ambrosia).
La pollinazione per questa pianta raggiunge il picco sul finire dell’estate: tra la fine di agosto e la prima metà di settembre. La sintomatologia allergica legata a questo polline presenta quindi delle caratteristiche temporali piuttosto specifiche: non tanto durante la primavera, quanto durante l’estate. I pazienti allergici all’ambrosia avranno quindi durante l’estate il periodo peggiore per i loro sintomi di rinite, congiuntivite o asma.
Le terapie necessarie si basano sui farmaci per la rinite e l’asma, oltre alla possibilità di effettuare un’immunoterapia specifica (il cosiddetto vaccino anti-allergico).
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