Poco meno di un decimo dell’intera popolazione mondiale soffre di rinite allergica: 400 milioni di persone. Sono i dati diffusi dalla World Allergy Organization (WAO).
Al contrario di quanto potrebbe pensare la maggior parte di chi non soffre di questa patologia, la rinite allergica è tutt’altro che una patologia banale: peggiora la qualità della vita, favorisce lo sviluppo dell’asma e ne rende più difficile il controllo e la cura.
L’aumento dell’incidenza di questa patologia richiederebbe di inserire la rinite allergica nell’elenco delle malattie non comunicabili (che significa non infettive) stilato dall’ONU. L’inclusione in questo elenco infatti darebbe il via libera ad un aumento delle risorse messe a disposizione per la ricerca, aprendo la strada a nuove e più efficaci strategie di diagnosi, prevenzione e cura della rinite allergica.
Già nel 1999 l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si era occupata di questa patologia attraverso la redazione delle linee guida ARIA (Allergic Rhinitis and its Impact on Asthma), pubblicate nel 2001 e nuovamente edite, con alcuni aggiornamenti, negli anni successivi. Nell’ultima edizione le linee guida sottolineano l’importanza della prevenzione e raccomandano di evitare fumo passivo e ambienti polverosi e saturi di acari.
Perché la rinite allergica possa essere inserita nell’elenco delle patologie non comunicabili dell’ONU sarà necessario uno stretto dialogo tra ONU e WAO (World Allergy Organisation). La presidente dell’organizzazione Ruby Pawankar è infatti attualmente impegnata in un dialogo con l’ONU con il fine accordarsi sull’inserimento di questa patologia nell’elenco.
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