In Europa, dati recenti indicano che l’1-2% degli adulti ed il 5-8% dei bambini sono interessati da allergie alimentari IgE mediate. Questi dati, però vengono ritenuti sottostimati.
Da uno studio, pubblicato nel 2009, sembrerebbe che in Italia gli allergici ad alimenti sono l’8% sul totale dei pazienti allergici. Di questi, il 45% presenta un’allergia primaria mentre la restante percentuale è relativa alle allergie crociate tra pollini e alimenti.
Tra gli alimenti che provocano le allergie, il 72% rientrano nella categoria dei vegetali e il 13% sono crostacei e molluschi. Seguono, nell’ordine, pesce (4%), uova (3%), latte (3%), cereali (2%), carni (1%). Alla base dei quadri clinici più gravi vi sono le allergie primarie (e non crociate) a crostacei e molluschi, cereali e uova.
Sono questi alcuni dei dati presenti nel documento “Allergie alimentari e sicurezza del consumatore” pubblicato dal Ministero della salute. Nel documento, si affronta il tema delle allergie alimentari spiegandone cause, origini e sintomi e si indicano i metodidi diagnosi: prick test, dosaggio delle immunoglobuline, test di provocazione labiale e orale.
Segue poi, nel documento, una sezione dedicata alle etichette presenti sugli alimenti confezionati. La dose di alimento in grado di scatenare una reazione allergica, infatti, varia da soggetto a soggetto. I problemi più seri in questo senso sono quelli che derivano dalla cross-contamination, ossia la presenza di allergeni in tracce dovuti alla lavorazione con lo stesso macchinario di più prodotti.
L’ultima parte del documento è infine dedicata alle analisi da effettuare per l’identificazione della presenza di allergeni in un alimento. Il documento illustra tutte le possibili metodiche senza trascurare di evidenziarne i difetti e i problemi. La guida è dunque uno strumento utile per chiunque si ritrovi a fare i conti con le allergie alimentari: pazienti, medici, operatori nel campo della alimentazione.
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