Pianta erbacea il cui utilizzo in cucina è noto sin dai tempi dei romani, la senape è presente sulle nostre tavole soprattutto come salsa dal sapore deciso e leggermente piccante, ideale per accompagnare la carne. Questa squisitezza però è anche uno dei cibi che sempre più spesso scatena allergie alimentari.
Come per ogni allergia alimentare, l’ingestione di senape (anche in piccole dosi) provoca nei soggetti allergici sintomi tipici come rossori sulla pelle e intorno alla bocca, prurito, eritemi, problemi respiratori o gastrointestinali. Più raramente, e nei casi più gravi, si può arrivare allo shock anafilattico, potenzialmente letale se non trattato con le adeguate terapie di emergenza in maniera tempestiva.
Come spesso accade l’allergia alla senape è più diffusa in quei Paesi in cui se ne fa un maggior uso, per esempio in Spagna e in Francia, ma anche in Italia questa allergia non è rara, al punto che la senape è stata inserita nell’elenco degli alimenti che per legge devono essere indicati nelle etichette dei prodotti, anche se presenti in tracce. Il Decreto Legislativo numero 114 dell’8 febbraio 2006 infatti stabilisce che il consumatore debba essere informato in merito alla presenza di sostanze allergeniche negli alimenti e specifica quali allergeni alimentari sono interessati da questo obbligo: cereali contenenti glutine, crostacei, uova, pesce, arachidi, soia, latte, frutta a guscio, sedano, semi di sesamo, anidride solforosa e solfiti e, appunto, la senape.
È molto importante che la presenza in un prodotto dei più diffusi responsabili di allergie alimentari debba essere per legge indicata sulle etichette, perché in seguito ad una diagnosi di allergia alimentare il paziente dovrà astenersi dal consumo di questo alimento anche in piccole dosi e dunque dovrà essere in grado di capire, leggendone l’etichetta, se un determinato prodotto è adatto o meno alla sua alimentazione.
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