L’allergia alla soia colpisce lo 0,5% della popolazione e può interessare sia i bambini sia gli adulti. Sono ben 16 le proteine potenzialmente allergogene che sono state individuate in questa pianta erbacea che rientra nella famiglia delle leguminose.
Un tempo poco diffusa sulle nostre tavole a favore di altri tipi di legumi, oggi la soia sempre più utilizzata anche sulle tavole italiane e dunque, sebbene tipicamente questa allergia si presenti nei bambini intorno al terzo mese di età, non è ormai cosa rara la comparsa di questa allergia anche tra gli adulti, che incominciando ad avere problemi di allergia in seguito al contatto di alimenti contenenti soia o derivati.
Di grande importanza per arrivare a una diagnosi precoce è consultare lo specialista alla comparsa dei primi sintomi tipici di questa allergia, che possono essere anche molto vari (sonnolenza, febbre, prurito, eczema, orticaria, broncospasmi, dispnea, vomito, problemi dell’apparato digerente, fino all’ipotensione). Come tutte le allergie alimentari, nei casi più gravi l’allergia alla soia può provocare shock anafilattico se si entra in contatto con l’alimento. Ecco perché è importante una diagnosi precoce e il rigoroso rispetto di una dieta che escluda soia e derivati.
In alcuni casi e con il benestare del medico questa esclusione può essere temporanea: sarà cioè possibile dopo un periodo di esclusione totale dalla dieta della soia reintrodurre gradualmente questo alimento, sempre monitorando l’eventuale ricomparsa dei sintomi; questo ovviamente è un percorso da seguire sotto stretto controllo medico.
Evitare la soia nella propria dieta sembra in un primo momento piuttosto semplice ma, purtroppo, non è così: prima di tutto perché i soggetti allergici alla soia potrebbero avere sviluppato allergie anche nei confronti di altri legumi o appartenenti alla famiglia delle leguminose, come le lenticchie, i ceci, i piselli e le arachidi, e in secondo luogo perché contengono soia anche alcuni alimenti di uso comune come salsicce e carni trattate, fagioli in scatola, cereali per la colazione, pane di segale o di grano duro, dolci confezionati.
È dunque di fondamentale importanza leggere bene le etichette degli alimenti che si acquistano. Per legge, infatti, gli alimenti devono riportare in etichetta la presenza di allergeni e devono indicare se lo stabilimento produttivo processa anche alimenti potenzialmente allergogeni.
Infine, una piccola buona notizia: secondo recenti studi gli alimenti con lecitina di soia e olio di semi si soia possono essere consumati anche dalla maggior parte dei soggetti allergici, poiché questi alimenti generalmente non scatenano la reazione allergica. Nel dubbio, meglio sempre chiedere al proprio allergologo di fiducia.
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