È in continuo aumento il numero degli allergici in Italia. Secondo Adnkronos starnuti, occhi rossi e naso che cola sono sintomi ormai familiari al 20-25% della popolazione italiana, percentuale che entro il 2020 sarà raddoppiata.
Un italiano su due dunque sarà presto affetto da una o più allergie, un destino che in molti oggi accettano come ineluttabile, limitandosi a trattare i sintomi dell’allergia senza ricorrere alla immunoterapia, il cosiddetto vaccino antiallergico, che permetterebbe invece di agire sulle cause della patologia “insegnando” al sistema immunitario a tollerare l’allergene che identifica come un nemico.
Ben 9 italiani su dieci rinunciano o non considerano però questa terapia, soffrendo ogni anno anche in più di una stagione, poiché sono in aumento anche i soggetti poliallergici, cioè sensibili a più di un allergene. Ma perché è ancora così bassa la percentuale di allergici che ricorre alla immunoterapia?
Maria Beatrice Bilò, presidente AAITO (Associazione Allergologi Immunologi Territoriali e Ospedalieri) in una recente intervista a dica33.it ha indicato tra le motivazioni una scarsa conoscenza delle patologie allergiche e di questa terapia ma anche un certo atteggiamento di “tutto e subito” dei pazienti, che per stare bene subito preferirebbero un farmaco che elimini i sintomi ad una terapia di lungo termine che possa agire sulle cause.
Infine, a scoraggiare il ricorso alla immunoterapia ci si mettono anche le diverse normative regionali. In Lombardia, per esempio, la terapia desensibilizzante viene rimborsata per intero, in Toscana viene rimborsata soltanto l’immunoterapia per alcune specifiche allergie mentre il Piemonte sino all’inizio di quest’anno rimborsava al 50% salvo poi decidere di eliminare anche questo rimborso parziale, la Puglia invece ha imposto un limite di reddito oltre il quale non si viene rimborsati mentre la Sicilia aveva previsto un rimborso indiretto (per cui il cittadino pagava e poi veniva rimborsato dalla Asl) che ora è stato tolto.
Questa “giungla dei rimborsi” certamente scoraggia la diffusione della immunoterapia, che però offre indubbi vantaggi rispetto alle normale terapie sintomatiche. I normali farmaci antiallergici infatti hanno un effetto di riduzione dei sintomi non duraturo nel tempo. Con l’immunoterapia invece ho comunque un effetto di riduzione dei sintomi, che mi consente sin dalle prime sedute di apprezzarne i benefici e di risparmiare sui farmaci, ma offre in più ha effetti duraturi (se l’immunoterapia viene eseguita per circa 3 anni l’effetto può durare sino a 15 anni dopo l’interruzione) e previene il peggioramento della malattia (per esempio l’evoluzione della rinite in asma).
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