Nei paesi occidentali abbiamo assistito negli ultimi dieci anni ad un aumento del doppio dei casi conclamati di allergia alle arachidi. E questa forma di intolleranza alimentare inizia ad assumere una certa rilevanza anche nei paesi africani e dell’estremo oriente.
È quindi normale che i ricercatori si interessino sempre di più a questa forma allergica.
Una prima ricerca condotta a Londra aveva accertato che i bambini che consumano arachidi fin dai primi mesi di vita, hanno una probabilità di sviluppare l’allergia alla frutta secca molto inferiore (2%) rispetto a quei bambini che ne hanno invece evitato il consumo sin da subito (14%).
E se un bambino nel primo anno di vita introduce le arachidi nella propria dieta, nei successivi quattro continua a mangiarle, ed infine le elimina per un anno intero, il suo organismo, a partire dai 5 anni, sviluppa una reazione allergica o ne rimane sempre e comunque immune?
Per rispondere a questa domanda è stata elaborata una seconda ricerca, pubblicata, come la prima, sul prestigiosissimo New England Journal of Medicine.
Degli scienziati inglesi hanno quindi lavorato con 270 bambini, che hanno iniziato a consumare arachidi nei primi mesi di vita, ed altri 280, che li hanno invece evitati sin dalla nascita. È stato chiesto a tutti loro di non mangiare frutta secca per un anno intero. Alla fine di questo periodo, a tutti i soggetti sono stati sottoposti ai test per valutare l’insorgenza dell’allergia, tramite il consumo di proteine dell’arachide, lo skin-prick test e la valutazione dei livelli di anticorpi specifici.
I risultati: il 19% di chi da piccolo aveva evitato le arachidi è risultato positivo ai test, contro solo il 5% di chi le aveva mangiate sempre (eccetto nell’ultimo anno). Non solo: chi nel primo anno di età, non aveva mai assunto proteine delle arachidi, ha avuto reazioni più intense durante il periodo della ricerca come eczemi, difficoltà respiratorie, gastroenteriti.
Questi risultati mostrano come gli anticorpi del nostro organismo non reagiscano alle arachidi nemmeno dopo un relativamente lungo periodo di non consumo delle stesse.
Se da un lato, le conclusioni appena citate possono tranquillizzare i genitori di bambini con allergie alimentari, dall’altro va ribadito che questi test ed esperimenti non vanno assolutamente improvvisati a casa e che la somministrazione ai bambini di proteine delle arachidi va fatta sotto stretta osservanza medica.