Da tempo sappiamo che chi vive nei pressi di una stalla, di quelle con le mucche, ha un rischio di sviluppare allergie dimezzato.
Biologi e ricercatori hanno compiuto un altro passo verso la conferma dell’ipotesi igienica; e l’hanno fatto … in una stalla!
Negli ultimi decenni, l’eccessiva igiene (della persona e delle case) e l’indiscriminato utilizzo di antibiotici avrebbero condotto, nelle società occidentali, ad una maggiore diffusione di allergie ed asma.
Tutto parte dalla constatazione secondo cui i bambini che crescono nei pressi di una fattoria, sono meno suscettibili della media di soffrire di asma.
La spiegazione individuata da una ricerca condotta in Belgio dalla Ghent University and Flanders Institute for Biotechnology starebbe in un pugno di batteri (noti come liposaccaridi o anche come endotossine) che troviamo nella polvere che si respira in campagna, in quanto derivano dal letame delle vacche e dai foraggi dati al bestiame.
Il sistema immunitario dei bambini che vi sono esposti sin dalla nascita reagirebbe proteggendo l’organismo dalle reazioni allergiche. L’enzima in questione, prodotto dalle cellule epiteliali e nominato A20, ridurrebbe la risposta infiammatoria nei polmoni. E, altro punto interessante, sarebbe meno o del tutto assente nei soggetti asmatici.
L’ipotesi è stata testata in laboratorio su dei piccoli roditori: a dei topolini di 6 – 12 settimane di vita, ogni due giorni e per due settimane, sono state iniettate per via nasale le endotossine. Successivamente le stesse cavie, pur essendo state esposte alla “polvere di fattoria”, hanno mostrato di essere protette dall’asma.
Al contrario, in quei topolini, cui è stata generata una mancanza dell’enzima A20 nelle cellule epiteliali dei polmoni, non si è creato nessuna reazione di protezione all’asma.
Le ricerche condotte fino a questo momento basavano l‘ipotesi igienica prevalentemente sul ruolo dei linfociti T del sistema immunitario. Il lavoro dei ricercatori europei ha invece messo in evidenza l’importanza delle cellule strutturali delle vie aeree.
Ovviamente non tutti sono concordi nel voler generalizzare i risultati ottenuti dal team di Ghent. Secondo alcuni ricercatori, infatti, il meccanismo appena scoperto non spiegherebbe l’effetto protettivo della vita all’aria di fattoria; secondo altri, questa non può essere la sola spiegazione del perché un’esposizione prematura ai microbi riduca il rischio di allergie.
Resta il fatto che quello compiuto dai ricercatori belga è un altro punto a favore dell’ipotesi igienica.