Sono sempre più comuni attorno a noi le allergie e le intolleranze al glutine, al punto che molte volte si fatica a distinguere tra effettiva intolleranza o allergia al glutine e fenomeno di moda o tendenza (che convince alcuni soggetti in maniera “clinicamente ingiustificata” a rinunciare al consumo di glutine).
Ma recenti ricerche hanno individuato un allergene che sarebbe responsabile di una forma allergica diversa da quella al glutine: si tratta degli idrolisati di frumento.
Di cosa si tratta?
Gli idrolisati di frumento sono degli allergeni alimentari derivanti dai processi di fabbricazione dell’industria agro alimentare, come risultato della deamidificazione del glutine. Il loro utilizzo è giustificato nell’industria per le loro proprietà agglutinanti (fungono cioè da leganti tra gli ingredienti). Per questo motivo le si ritrova in particolar modo nei prodotti alimentari complessi, come la carne lavorata (salsiccia, ma non solo) e gli insaccati in generale.
Secondo una ricerca condotta presso il Servizio di immunoallergologia del Lussemburgo, sembrerebbe che l’allergia alimentare agli idrolisati di frumento sia responsabile dell’1,15% delle reazioni anafilattiche di intensità grave. Questa allergia si caratterizza per l’assenza dell’allergia alla farina di grano naturale.
Come viene diagnosticata l’allergia agli isolati del grano?
Si fa riferimento prima di tutto alla storia clinica del paziente; si prende poi in considerazione il consumo di prodotti industriali da parte del soggetto; si valuta un’eventuale positività al prick test all’estratto di grano disponibile in commercio; infine, ma non meno importante, la diagnosi dell’allergia agli isolati del grano viene confermata dall’assenza di sensibilizzazione alla farina di grano e al glutine.
Al momento attuale non esiste nessun etichettaggio specifico relativo all’isolato di grano, né ancor meno una norma che imponga di indicare specificamente la presenza di “idrolisati di frumento”.