Non è sicuramente una novità, ma ne è arrivata un’ulteriore conferma. I bambini che soffrono di allergie alimentari, rispetto ai coetanei che non ne soffrono, vanno incontro ad un maggiore rischio di sviluppare l’asma e la rinite allergica.
Questo è il risultato di uno studio condotto dal Children’s Hospital di Philadelphia, che, sotto la guida dell’allergologo e immunologo David Hill, si è interessato alle più recenti modificazioni del quadro clinico allergologico dei bambini occidentali.
Se infatti fino ad oggi eczema, asma e rinite allergica sono state ritenute di gran lunga le condizioni mediche più comuni tra i bambini nordamericani, più recentemente ci si è resi conto di come siano invece in aumento i tassi di asma e in diminuzione quelli di eczema.
Lo studio è un’analisi retrospettiva dei dati a disposizione del dipartimento della salute di Philadelphia tra il 2001 e il 2015 e relativi ad oltre un milione di bambini dell’area urbana e peri-urbana.
Ai fini dell’analisi, i bambini sono stati divisi in due coorti (gruppi): il primo relativo a 29.662 bambini, seguiti fino all’età di 5 anni; il secondo relativo a 333.200 bambini e adolescenti seguiti per un periodo di 12 mesi.
Dall’analisi del primo gruppo è emerso che il picco di diagnosi di allergie viene effettuato tra il dodicesimo e il diciassettesimo mese d’età.
Inoltre, anche se il tasso di prevalenza di allergie all’interno della seconda coorte si avvicina molto ai dati rilevati da studi precedenti, le novità riguardano le fonti delle allergie alimentari. Sono infatti aumentati i rischi di allergie ad arachidi, latte, molluschi, soia e sesamo; è invece diminuito il rischio di allergia al grano.
I bambini a cui sia già stata diagnosticata un’allergia alimentare hanno il 35% di probabilità di sviluppare l’asma o la rinite allergica. Questo rischio aumenta se le allergie alimentari conclamate sono più di una.
Resterà ora da confrontare i dati raccolti da questo studio con quelli provenienti da future indagini svolte in altre aree geografiche al fine di vedere quindi se questi risultati possano ricevere un’ulteriore conferma.