Sono in crescita del 6 per cento ogni anno i pazienti che non tollerano protesi dentarie, protesi d’anca, stent, pacemaker, cannule, cerotti transdermici, in tutto circa 30 mila l’anno solo in Italia. L’allergia è spesso dovuta a componenti metallici o plastici dei dispositivi medici e si manifesta con orticaria, prurito, difficoltà di respirazione e talvolta febbre. La pelle si arrossa, compare il prurito, a volte si fa perfino fatica a respirare. Non è però colpa di qualcosa che abbiamo toccato o mangiato, ma può dipendere proprio della protesi dentale cambiata pochi giorni fa, dello stent impiantato di recente, del cerotto transdermico applicato per la terapia iniziata da qualche giorno.
Tutti strumenti medici a cui un numero sempre maggiore di pazienti risulta allergico: oggi una persona ogni mille non tollera un dispositivo medico, con una frequenza di reazioni allergiche in crescita del 6 per cento ogni anno. Lo segnalano gli esperti riuniti per la Winter Academy of Dermatology, a Saint Moritz dall’8 all’11 aprile. ”I dispositivi che piu’ spesso danno luogo a reazioni allergiche sono le protesi dentali e quelle ortopediche, ad esempio le sostituzioni di anca o di ginocchio – spiega Jana Hercogova’, Presidente del congresso e Ordinario di Dermatologia all’Università di Praga – colpa di nichel, titanio, cobalto, cromo che possono essere presenti nella protesi possibili tuttavia anche nei confronti dei polimeri plastici impiegati in questi strumenti”. In Italia sono ormai 26 milioni le persone che portano una protesi dentale e oltre un milione i pazienti che hanno ricevuto una protesi ortopedica, in crescita al ritmo di 180mila nuove protesi articolari impiantate ogni anno: con un ”bacino” di utenti man mano sempre più allargato, le allergie ai dispositivi medici si manifestano oggi con maggiore frequenza”. Sono possibili anche reazioni allergiche ai pacemaker, i defibrillatori e agli stent intravascolari impiegati per la terapia di aritmie, coronaropatie e infarto: secondo un’indagine condotta dalla Northwestern University di Chicago su oltre 5700 persone che avevano ricevuto uno stent, le reazioni di ipersensibilità colpiscono un paziente ogni trecento e sono addirittura fatali in un caso su 1500. Il problema risiede spesso nei polimeri che ricoprono lo stent: materiali di sintesi, spesso innovativi, di cui di rado si conosce il profilo allergenico. Altrettanto ”pericolosi” i cerotti transdermici, le cannule per ossigenoterapia, i sacchetti per colostomia: questi dispositivi possono rilasciare infatti sostanze allergizzanti come idrossipropilcellulosa, acrilati, gomme, limonene e resine epossidiche che, nei soggetti sensibili, danno luogo a dermatiti da contatto. ”E’ importante essere consapevoli della possibilità di allergie a dispositivi medici – riprende Gino Vena, Ordinario di Dermatologia all’Università di Bari – Sarebbe infatti opportuno, prima di impiantare una protesi o di utilizzare un dispositivo medico qualsiasi, fare un patch test allergico classico impiegando i materiali che compongono il dispositivo stesso. Questa precauzione è particolarmente utile in chi ha già manifestato allergie o dermatiti da contatto.
Da: Merqurio DottNet