Prurito in bocca o orticaria dopo aver mangiato la pesca? Oppure prurito al solo contatto con la buccia? E’ possibile che sia allergia…ecco alcune informazioni utili!
L’allergia alla pesca è una delle più comuni allergie alimentari, soprattutto per i soggetti che vivono nei Paesi del Sud Europa e del bacino Mediterraneo. Ecco alcune informazioni che il soggetto allergico alla pesca dovrebbe conoscere.
La pesca, dal punto di vista agronomico, appartiene alle drupacee, che a loro volta fanno parte delle Rosacee. Delle Drupacee, insieme al pesco, fanno parte anche gli altri alberi da frutto che producono una drupa, ovvero: albicocco, susino, mandorlo e ciliegio. Per tale motivo, i soggetti con allergia alla pesca spesso presentano sintomi anche dopo ingestione di albicocca (frequente), mandorla, ciliegia e susina (meno frequentemente).
Quali sono i sintomi dell’allergia alla pesca?
Possiamo avere una grande varietà di sintomi, tra cui:
- Prurito o orticaria da contatto
- Reazioni cutanee (orticaria o angioedema) dopo ingestione del frutto
- Sintomi gastro-intestinali (nausea, vomito, diarrea, crampi addominali) dopo ingestione del frutto
- Reazioni anafilattiche fino allo shock anafilattico
Chi è a maggior rischio di reazioni gravi con la pesca?
Tutti i soggetti con allergia alla pesca dimostrata o sospetta dovrebbero essere valutati dall’allergologo. Tuttavia, siamo in grado di identificare alcune caratteristiche che, nei soggetti con allergia alimentare, determinano un maggior rischio di reazioni gravi. In particolare:
- Precedenti reazioni anafilattiche
- Precedenti reazioni importanti dopo assunzione di piccole quantità di alimento
- Concomitanti malattie cardiovascolari o asma bronchiale non controllato
- Assunzione di particolari terapie, quali farmaci attivi sul sistema cardio-vascolare
- Mastocitosi (malattia rara)
- Sensibilizzazione verso marcatori molecolari di rischio, come Pru p 3 (appartenente alla famiglia delle LTP)
In particolare, con i test di allergologia molecolare possiamo meglio inquadrare le allergie alimentari e stratificare il rischio del soggetto allergico. Nel caso della pesca, la sensibilizzazione all’allergene molecolare Pru p 3 conferisce un rischio di reazione grave più elevato rispetto alla sensibilizzazione ad altri allergeni molecolari quali Pru p 1 o Pru p 4.
Cosa fare in caso di allergia alla pesca?
In caso di allergia (o sospetto di allergia) alla pesca è importante richiedere la valutazione dello specialista allergologo, che provvederà ad effettuare i test necessari a confermare la diagnosi ed a stabilire il rischio di reazione allergica.
Dal punto di vista diagnostico, possono essere eseguiti prick test o ricerca delle IgE specifiche per estratto di pesca; in alcuni casi, è opportuno procedere con gli approfondimenti di allergologia molecolare per stabilire verso quale proteina allergenica il soggetto è sensibilizzato. Tale informazioni, in alcuni casi, è fondamentale per una corretta diagnosi.
La terapia dell’allergia alla pesca si basa essenzialmente sull’esclusione di tale alimento (ed in alcuni casi, a giudizio dell’allergologo, anche delle altre Drupacee e/o di altri frutti o alimenti vegetali). In caso di reazioni gravi o di rischio di anafilassi può essere prescritto l’autoiniettore di adrenalina, da tenere sempre a disposizione.