Se anche al lavoro siamo soggetti a ripetuti starnuti, ostruzione nasale, difficoltà respiratoria, bruciore e arrossamento degli occhi o eczemi, molto probabilmente siamo affetti da un’allergia di origine professionale. Vediamo di cosa si tratta. In molti casi le allergie si sviluppano o sono aggravate dall’ambiente lavorativo frequentato. Molte persone trascorrono la maggior parte della giornata al lavoro dove possono entrare in contatto con numerosi agenti allergizzanti. Ciò determina una riduzione della produttività e l’aumento dei giorni di assenza dal lavoro, fattori che impattano negativamente sull’economia nazionale, delle aziende e della sanità, per non parlare della qualità della vita delle persone affette da allergia. Inoltre lo sviluppo professionale e le prospettive di carriera sono compromessi a causa dei numerosi giorni di lavoro persi e della riduzione della produttività. Si parla di allergopatie di origine professionale quando l’esposizione all’allergene avviene durante lo svolgimento del proprio lavoro, ma non si differenziano da quelle comuni, le manifestazioni cliniche infatti sono le stesse: starnuti, naso chiuso o che gocciola, prurito nasale, fastidio agli occhi, difficoltà respiratorie e dermatiti. Spesso anche l’allergene è lo stesso, è questo il caso degli allergeni che derivano dagli acari della polvere. Negli uffici e nelle scuole spesso è presente una quantità di polvere molto maggiore rispetto a quella presente nelle nostre case a causa di una pulizia sommaria, una scarsa ventilazione ed un eccessivo riscaldamento dell’aria. In altri casi invece, si viene in contatto con determinati allergeni, solo attraverso l’ambiente di lavoro. Gli allergeni comuni negli ambienti di lavoro sono numerosi e possono essere classificati in base alla loro origine in: -ALLERGENI DI ORIGINE ANIMALE: ad es. acari, forfore animali -ALLERGENI DI ORIGINE VEGETALE: ad es. pollini, semi, farine, fibre tessili, lattice -ALLERGENI DI ORIGINE FUNGINA E BATTERICA: ad es. antibiotici, enzimi proteolitici -ALLERGENI CHIMICI: ad es. isocianati, farmaci, coloranti Nel caso in cui un cambio della mansione lavorativa non sia possibile, è indispensabile fare prevenzione attraverso l’adozione di misure atte a ridurre al minimo il contatto con l’allergene come il miglioramento delle condizioni igienico-ambientali, l’uso di maschere protettive in ambienti polverosi e di guanti o creme barriera in caso di dermatiti allergiche.
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