Il 25% delle abitazioni presenta livelli di biossido di azoto superiori al limite fissato dall’OMS (L’Organizzazione mondiale della sanità). Il biossido di azoto è un inquinante prodotto durante i processi di combustione che ha un forte effetto irritante sulle vie aeree e che proprio per queso è il responsabile di una maggiore prevalenza dei disturbi respiratori, soprattutto nei ragazzi adolescenti.
A lanciare l’allarme sono i ricercatori dell’Istituto di biomedicina e immunologia molecolare del Cnr che hanno condotto uno studio nella città di Palermo, i cui risultati sono applicabili anche ai principali centri urbani di tutta la penisola.
Nello studio, pubblicato sulla rivista scientifica Environmental Research con il titolo “Effect of indoor nitrogen dioxide on lung function in urban environment”, emerge un’alta frequenza di superamento delle soglie di biossido di azoto stabilite e il nesso di queste alte concentrazioni con l’insorgenza di patologie respiratorie negli adolescenti.
Sono state infatti valutate oltre 300 abitazioni nella città di Palermo rilevando che in quarto delle case analizzate i livelli di NO2, il biossido di azoto, superano la concentrazione di 40 µg/m3 fissata dall’Organizzazione mondiale della sanità.
Il legame tra la presenza di inquinanti e lo sviluppo di malattie respiratorie è evidente: quasi il 90% dei soggetti asmatici si è dimostrato esposto ad elevate concentrazioni di biossido di azoto nella propria abitazione, la funzionalità respiratoria, inoltre, è risultata peggiore del 15% nei ragazzi esposti all’inquinante con storia di asma.
È importante notare che nonostante il biossido di azoto derivi anche da processi di combustione che si verificano all’interno della casa, per esempio con l’uso di caldaie a gas e cucine, sono le abitazioni delle zone più centrali, e dunque più trafficate, ad avere fatto registrare i maggiori livelli di inquinante.
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