Uno studio italiano ha dimostrato che uno sforzo fisico intenso e prolungato, come quello a cui si sottopongono gli atleti professionisti, può facilitare la comparsa di malattie allergiche ed infezioni delle vie respiratorie.
La fatica provocata dalla pratica intensa dello sport infatti provocherebbe uno stato di immunodepressione transitoria.
Nel corso dello studio sono stati raccolti con un questionario dati sullo stato di salute di una vasta popolazione di atleti italiani di mountain bike.
I dati raccolti mostrano che in poco meno della metà (41%) del campione di studio è stata rilevata una sensibilizzazione agli allergeni inalanti. Elevate anche le percentuali relative agli atleti a cui è stata diagnosticata una malattia allergica. Nel dettaglio:
A questi elevati tassi di prevalenza delle patologie allergiche si aggiungono inoltre un alto numero di infezioni delle alte vie respiratorie.
“Questo studio fornisce dati epidemiologici relativi alla frequenza di malattie allergiche in relazione alla presenza di comorbidità e di modificazioni della risposta immunitaria indotte dall’attività fisica” spiega Luigi Ferritto, autore dello studio.
È bene precisare, però, che la pratica di una attività sportiva non solo non è nociva per chi soffre di allergia ma anzi può essere utile per migliorare la gestione della patologia e la qualità della vita. Naturalmente, intensità e frequenza dello sforzo fisico devono essere adeguati e i carichi di lavoro devono essere prescritti dal medico dopo una attenta valutazione dello stato della malattia.
L’elevata frequenza di sensibilizzazioni e patologie allergiche che questo studio ha riscontrato negli atleti professionisti supporta però la necessità di frequenti controlli, interventi di screening e di diagnosi precoce in questa particolare fascia della popolazione.
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