Certo che si…anche loro purtroppo “sbagliano”. O, almeno, non sempre sono in grado di spiegarci le cause di tutti i problemi allergologici.
Lo ribadisce anche una ricerca di due famosi allergologi, Robert Wood (del Johns Hopkins Children’s Center, Baltimora, USA) e Scott Sicherer del Mt. Sinai Hospital (New York, USA), che suggerisce ai medici di prestare attenzione quando si prescrivono test allergici e di evitare di fare una diagnosi basata esclusivamente sui risultati dei test.
In un articolo, pubblicato nel numero di gennaio di Pediatrics, i ricercatori avvertono che gli esami del sangue, uno strumento sempre più popolare per la diagnostica negli ultimi anni, e i test sulla pelle, una vecchia arma nell’arsenale dell’allergologo, non devono essere utilizzate mai da sole come strategie diagnostiche . Questi test, dicono gli Autori, dovrebbero essere utilizzati solo per confermare un sospetto e mai alla ricerca di allergie in un paziente asintomatico.
I risultati dei test, aggiungono, devono essere interpretati nel contesto dei sintomi del paziente e della sua storia medica.
Itest allergologici, come il prick test, possono dire se una persona è sensibile a una particolare sostanza, ma non possono prevedere in modo attendibile se il paziente avrà una reazione allergica reale, né possono predire quale potrà essere la gravità della reazione, dicono gli scienziati. Molte persone che risultano positive ai test cutanei o alle quali viene rilevato un numero elevato di anticorpi IgE non soffrono di allergie, affermano. Per esempio, una ricerca ha scoperto che fino all’ 8 per cento dei bambini hanno reazioni cutanee o un esame del sangue positivo per le allergie alle noccioline, ma solo l’1 per cento di loro hanno sintomi clinici.
Questo articolo, pienamente condivisibile, pone quindi l’accento sull’importanza della valutazione allergologica, eseguita da uno specialista preparato, aggiornato ed esperto, per poter arrivare ad una diagnosi corretta e precisa. “I test allergici possono aiutare un medico a fare una diagnosi, ma i test da soli non sono infallibili formule magiche per la diagnostica” ha spiegato Wood. “Molti bambini con risultati positivi ai test non hanno sintomi allergici e alcuni bambini con risultati negativi presentano i sintomi delle allergie.”
Le allergie non diagnosticate possono essere pericolose, anche mortali, ma un eccessivo affidamento alle analisi del sangue e ai test della pelle possono portare a una diagnosi errata, a mal consigliate restrizioni alimentari o ad evitare inutili esposizioni ambientali, come quelle agli animali domestici.
Inoltre, avvertono i ricercatori, i medici devono fare attenzione quando si confrontano i risultati di diversi test e da diversi laboratori perchè variano in sensibilità.
Quasi il 3 per cento degli americani (7,5 milioni) e almeno il 6 per cento dei bambini hanno almeno una allergia alimentare, secondo le ultime stime del National Institutes of Health.