La presenza di familiari o parenti allergici è uno dei fattori che permette di prevedere un aumento di rischio di sviluppare allergie alimentari. Nei neonati che hanno un solo genitore allergico il rischio di sviluppare un’allergia alimentare è due volte superiore rispetto ai neonati i cui genitori non soffrono di allergie. Se entrambi i genitori sono allergici, il rischio di sviluppare allergia ad almeno un alimento aumenta da quattro a sei volte. In base ai dati disponibili, l’allattamento al seno, comparato con l’alimentazione artificiale, ridurrebbe il rischio di allergia alimentare. Nei neonati con parenti stretti che soffrono di allergie, alcuni studi suggeriscono che il solo allattamento al seno per 4-6 mesi sembra sufficiente a fornire una certa protezione; tuttavia questi dati, seppur noti da tempo, sono ancora controversi.
Inoltre, è da considerare che l’allergia progredisce spesso attraverso quella che viene definita la “marcia allergica”: ciò significa che l’allergia tende ad esprimersi in maniera differente a seconda delle età della vita. Nel neonato e nel bambino la manifestazione più comune è la dermatite atopica, crescendo spesso il bambino allergico sviluppa asma bronchiale, mentre da adulto la manifestazione più comune è la rinite allergica. Quindi, il bambino con un passato di dermatite atopica, è da considerare maggiormente a rischio di sviluppare allergia ad alimenti.